Da qualche ora ho scaricato, installato e testato installato Google Chrome, il browser rilasciato a sorpresa da Google.
Questo rilascio avviene con un tempismo disarmante, a soli 2 giorni dal rilascio del concorrente Internet Explorer 8 beta 2, che ha sollevato non poche critiche.
C’è proprio bisogno dell’ennesimo browser?
Perché dovremmo utilizzare proprio questo invece del nostro preferito?
Cos’ha di meglio rispetto ai vari Internet Explorer, Mozilla Firefox, Apple Safari e Opera, tanto per citare i più famosi?
Perché dovremmo utilizzare proprio questo invece del nostro preferito?
Cos’ha di meglio rispetto ai vari Internet Explorer, Mozilla Firefox, Apple Safari e Opera, tanto per citare i più famosi?
Anzitutto occorre dire che questo browser è più affine ad una web application che ad un comune software installato sul pc o sul Mac.
Andando più in dettaglio, ho scelto di scomporre gli aspetti principali di questa applicazione.
Andando più in dettaglio, ho scelto di scomporre gli aspetti principali di questa applicazione.
MOTORE
Al suo interno battono 2 cuori, presi rispettivamente da Apple WebKit (il motore di Safari) e da Mozilla Firefox: non a caso viene rilasciato sotto una licenza Open Source, un po’ perché sarebbe stato un danno di immagine sfruttare a fini commerciali un software sviluppato in parte dalla comunità e un po’ perché la fornitura di servizi gratuiti fa parte della cultura di Google.NAVIGAZIONE
Anche in Chrome la navigazione avviene a schede, ma con la differenza che ogni scheda è un’applicazione a sé e può essere eseguita o terminata separatamente dalle altre, utilizzando meno memoria e dando visibilità sul consumo effettivo di risorse da parte della singola scheda.
In questo modo se la navigazione dovesse risultare particolarmente lenta, sarà sufficiente chiudere le schede che richiedono più risorse di sistema; volendo, le schede si possono addirittura trascinare all’esterno della finestra per essere eseguite separatamente.
Tutto questo avviene grazie ad una macchina virtuale particolarmente evoluta e interamente scritta in Java, che inoltre conferisce a Chrome una velocità di esecuzione impensabile per qualsiasi altro browser.
Infatti, a differenza di altri browser, Chrome mentre elabora una richiesta è in grado di accettarne altre in parallelo (se non vado errato, dovrebbe essere basato sulla tecnologia AJAX, cioé Asynchronous JavaScript).
SICUREZZA
Sul fronte sicurezza viene in aiuto al browser la ricchissima black list che Google ha stilato sulla base dei dati rilevati dalle navigazioni, anticipando l’accesso a siti potenzialmente dannosi (ma se uno ci volesse andare intenzionalmente?) e previene la scrittura sul proprio hard disk di files di dubbia provenienza.
Inoltre eventuali plugin contenuti in una pagina web vengono eseguiti separatamente dal resto della pagina, così da “incapsulare” i dati sensibili e proteggerli dalla visione di occhi indiscreti.
FUNZIONALITA’
Anche in Chrome la navigazione avviene a schede, ma con la differenza che ogni scheda è un’applicazione a sé e può essere eseguita o terminata separatamente dalle altre, utilizzando meno memoria e dando visibilità sul consumo effettivo di risorse da parte della singola scheda.
In questo modo se la navigazione dovesse risultare particolarmente lenta, sarà sufficiente chiudere le schede che richiedono più risorse di sistema; volendo, le schede si possono addirittura trascinare all’esterno della finestra per essere eseguite separatamente.
Tutto questo avviene grazie ad una macchina virtuale particolarmente evoluta e interamente scritta in Java, che inoltre conferisce a Chrome una velocità di esecuzione impensabile per qualsiasi altro browser.
Infatti, a differenza di altri browser, Chrome mentre elabora una richiesta è in grado di accettarne altre in parallelo (se non vado errato, dovrebbe essere basato sulla tecnologia AJAX, cioé Asynchronous JavaScript).
SICUREZZA
Sul fronte sicurezza viene in aiuto al browser la ricchissima black list che Google ha stilato sulla base dei dati rilevati dalle navigazioni, anticipando l’accesso a siti potenzialmente dannosi (ma se uno ci volesse andare intenzionalmente?) e previene la scrittura sul proprio hard disk di files di dubbia provenienza.
Inoltre eventuali plugin contenuti in una pagina web vengono eseguiti separatamente dal resto della pagina, così da “incapsulare” i dati sensibili e proteggerli dalla visione di occhi indiscreti.
FUNZIONALITA’
- Casella di ricerca multifunzione, che funziona come la barra di ricerca e il motore di Google contemporaneamente, suggerendo i parametri per una ricerca efficiente
- Elenco siti più visitati
- Task manager per monitorare le risorse e le applicazioni in esecuzione
- Modalità di navigazione “in incognito”, analoga a quella appena introdotta da IE8 beta 2 e criticatissima.
- Le pop-up vengono minimizzate in basso e aperte solo dietro nostra esplicita richiesta: un’altra spallata al display advertising che già era in declino.
L’interfaccia è molto minimale, in compenso risulta particolarmente leggera; personalmente trovo molto stancante per la vista lo sfondo bianco, tant’è che in Firefox utilizzo un tema con sfondo nero.
L’idea di realizzare un browser come una web application mi porta alla mente soluzioni come Silverlight di Microsoft e soprattutto Adobe Air: in entrambi i casi abbiamo un run-time che viene eseguito in locale, mentre il resto dell’elaborazione viene eseguito in remoto sul sito web che fornisce il servizio.
Durante la navigazione mi sono imbattuto in alcuni siti non visualizzati correttamente in quanto ottimizzati per Internet Explorer.
In Firefox ho risolto questo problema grazie all'estensione IE Tab.
Purtroppo al momento non è possibile arricchire Google Chrome con estensioni di terze parti (non è prevista nemmeno la toolbar di Google): l’unica è Google Gears, che consente di accedere ai dati delle applicazioni anche quando non siamo connessi ad Internet. In questo caso i dati verranno immagazzinati in locale e, una volta riconnessi al web, si sincronizzeranno automaticamente con il database remoto.
Questa soluzione può avere impatto anche sulle tecniche di sviluppo delle pagine web e sui futuri standard.
La mia impressione è che Google Chrome allo stato attuale sia come un interessante prototipo di automobile presentato al salone di Ginevra: ottimo in certe condizioni ma poco adatto ad un uso continuativo e diversificato.
Ci sono solo 2 situazioni che possono fare diventare Chrome un prodotto maturo e una valida alternativa ai browser esistenti:
L’idea di realizzare un browser come una web application mi porta alla mente soluzioni come Silverlight di Microsoft e soprattutto Adobe Air: in entrambi i casi abbiamo un run-time che viene eseguito in locale, mentre il resto dell’elaborazione viene eseguito in remoto sul sito web che fornisce il servizio.
Durante la navigazione mi sono imbattuto in alcuni siti non visualizzati correttamente in quanto ottimizzati per Internet Explorer.
In Firefox ho risolto questo problema grazie all'estensione IE Tab.
Purtroppo al momento non è possibile arricchire Google Chrome con estensioni di terze parti (non è prevista nemmeno la toolbar di Google): l’unica è Google Gears, che consente di accedere ai dati delle applicazioni anche quando non siamo connessi ad Internet. In questo caso i dati verranno immagazzinati in locale e, una volta riconnessi al web, si sincronizzeranno automaticamente con il database remoto.
Questa soluzione può avere impatto anche sulle tecniche di sviluppo delle pagine web e sui futuri standard.
La mia impressione è che Google Chrome allo stato attuale sia come un interessante prototipo di automobile presentato al salone di Ginevra: ottimo in certe condizioni ma poco adatto ad un uso continuativo e diversificato.
Ci sono solo 2 situazioni che possono fare diventare Chrome un prodotto maturo e una valida alternativa ai browser esistenti:
- gli sviluppatori della comunità Open Source che personalizzano per Chrome le estensioni di Firefox
- gli sviluppatori di Google, tramite la solita tecnica dell'incapsulamento e le API, interfacciano le estensioni di Firefox già esistenti senza riscriverle
Spero di essere stato chiaro nella mia esposizione: in ogni caso potete sempre guardarvi questa simpatica presentazione fatta in stile cartoon da Google.
Una nota curiosa: come è noto, Google è la principale fonte di sostentamento della Mozilla Foundation (ogni ricerca su Google effettuata da Firefox porta una commissione nelle casse di Mozilla), ma ora Google Chrome si presenta come uno dei suoi principali concorrenti .
C’è però un pensiero che mi corre per la testa: in futuro non troppo remoto che bisogno ci sarà di avere un sistema operativo potentissimo e avidissimo di risorse sul proprio pc?
Con un sistema operativo Open Source leggero, magari una distribuzione di Linux tipo Ubuntu, ed il resto basato essenzialmente su web applications e continui sincronismi tra online e offline non si risolverebbero molti problemi?
I costi delle licenze, della manutenzione sui software, dei fermi macchina causa installazioni problematiche, delle risorse umane impiegate e vari altri aspetti si limerebbero considerevolmente.
Praticamente Google sta tentando di fare quello dove fallì Oracle poco più di 10 anni fa (mi pare che fosse il 1997), con un prototipo di pc ridotto ai minimi termini e con dati e applicazioni memorizzati altrove.
Ricordo una mitica presentazione/show di Larry Ellison che afferrò questo pc e lo scagliò per terra, per dimostrare che i dati erano al sicuro.
Secondo me Google ci sta già pensando.
Una nota curiosa: come è noto, Google è la principale fonte di sostentamento della Mozilla Foundation (ogni ricerca su Google effettuata da Firefox porta una commissione nelle casse di Mozilla), ma ora Google Chrome si presenta come uno dei suoi principali concorrenti .
C’è però un pensiero che mi corre per la testa: in futuro non troppo remoto che bisogno ci sarà di avere un sistema operativo potentissimo e avidissimo di risorse sul proprio pc?
Con un sistema operativo Open Source leggero, magari una distribuzione di Linux tipo Ubuntu, ed il resto basato essenzialmente su web applications e continui sincronismi tra online e offline non si risolverebbero molti problemi?
I costi delle licenze, della manutenzione sui software, dei fermi macchina causa installazioni problematiche, delle risorse umane impiegate e vari altri aspetti si limerebbero considerevolmente.
Praticamente Google sta tentando di fare quello dove fallì Oracle poco più di 10 anni fa (mi pare che fosse il 1997), con un prototipo di pc ridotto ai minimi termini e con dati e applicazioni memorizzati altrove.
Ricordo una mitica presentazione/show di Larry Ellison che afferrò questo pc e lo scagliò per terra, per dimostrare che i dati erano al sicuro.
Secondo me Google ci sta già pensando.
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